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     Interpretare

         i disegni

      dei bambini

 

 

 

Che senso ha disegnare? A volte si disegna per scaricare energia fisica o emotiva, altre volte si disegna solo per passare il tempo. C’è chi disegna per sperimentare e perfezionare forme e abilità sempre nuove, altri disegnano per il solo piacere di farlo. Ma in tutti questi casi, il disegno è sempre comunicazione, in quanto si manifestano idee, conoscenze, esperienze, interessi e si condivide con gli altri qualcosa di sé. Ogni disegno è, infatti, espressione della persona che lo esegue.

Anche il bambino che scarabocchia e traccia segni sulla sabbia o sul pavimento, comunica. Quei segni – che a prima vista sembrano illeggibili – sono discorsi assai eloquenti che il piccolo rivolge alla mamma e al papà. E sebbene quei segni appaiano tutti uguali, per il bambino ognuno avrà un senso, in quanto espressione di desideri, emozioni, paure, raccontate sul foglio.

Oltre al valore comunicativo, il disegno ha anche un ruolo fondamentale per lo sviluppo psico-fisico del bambino. Infatti, l’uso della matita favorisce la coordinazione dei movimenti e l’organizzazione spaziale di idee ed impulsi. Dunque, invece di sgridare il bambino se disegna su tutto ciò che trova a portata di mano, gli si potranno fornire carta e matite colorate, per assecondare la sua tendenza comunicativa.

Il disegno per il bambino è una sorprendente scoperta. Lo stupore e la meraviglia che accompagnano i suoi primi disegni, sono sensazioni che egli prova quando – lasciando dei segni sul foglio – si accorge di esistere e di essere qualcosa di separato dal resto del mondo.

La prima forma di disegno è lo “scarabocchio”, che si evolve fino alla rappresentazione di elementi semplici che, una volta affiancati, danno origine ad oggetti più complessi (per esempio, un cerchio ed una retta saranno il principio della figura umana, il cosiddetto “uomo girino”) e ai primi tentativi di imitazione della scrittura degli adulti. La verbalizzazione dello scarabocchio, assieme all’intento rappresentativo e al perfezionamento delle forme, è il vero passo verso il grafismo maturo.

Intorno ai 4-5 anni inizia la differenziazione tra le forme che andranno a costituire la scrittura e tra quelle che saranno la base del futuro disegno. Le figure nasceranno dal perfezionamento delle forme e da un miglior senso estetico, poiché il bambino capirà che quanto più il suo disegno assomiglierà alla realtà, tanto più correttamente esso verrà interpretato ed apprezzato dagli altri.

Dal momento che il disegno è una forma di comunicazione, esso va interpretato ed il suo messaggio va compreso. Per quanto l’interpretazione del disegno infantile sia competenza esclusivamente di professionisti appositamente formati e specializzati, in questa sede si vogliono illustrare dei fattori che possano consentire ad un genitore o ad un insegnante di acquisire informazioni su alcune caratteristiche di personalità del bambino, a partire dal suo disegno.

Nell’interpretazione del disegno, va sicuramente valutata l’impugnatura della matita che, se rilassata o in tensione, faciliterà o meno la fluidità dei movimenti.

Un altro fattore importante è il modo in cui viene utilizzato lo spazio del foglio. Di solito, se il disegno occupa tutto lo spazio a disposizione (o quasi), rivela caratteristiche di estroversione e voglia di crescere; al contrario, rivela timidezza, paura ed introversione.

Anche dal tratto è possibile capire molte cose del bambino. Generalmente un tratto deciso appartiene ad un bambino che si sente libero nell’esplorazione, mentre un tratto tremolante può indicare timore di disapprovazione e rimprovero. Inoltre, un tratto marcato o leggero corrispondono rispettivamente ad una natura energica e vitale oppure ad un carattere più sensibile e timido.

Un ulteriore importante elemento cui prestare attenzione è l’uso dei colori. Fino ai 3 anni i colori non hanno una grande rilevanza: per il bambino è importante solo che ci sia un netto contrasto tra il colore del foglio e i segni tracciati. Più tardi (fino ai 7 anni) la scelta dei colori sarà guidata da preferenze personali; pertanto – come si è visto per il tratto – la scelta di tinte pastello potrebbe indicare sensibilità, dolcezza o timidezza, invece l’uso di tinte più marcate può denotare aggressività o collera. Va osservato anche il realismo dei colori; infatti, se ci sono parti del disegno colorate in modo anomalo o inconsueto, certamente vi è un messaggio da interpretare.

Qualora nel disegno si evidenzino frequentemente delle forme o figure inadatte all’età del bambino oppure degli elementi marcatamente atipici, si consiglia la consultazione di uno Psicologo. È da precisare che un singolo disegno non consente – da solo – la formulazione di ipotesi definitive, e soprattutto si ritiene necessario sottolineare che il significato che viene attribuito al disegno deve essere coerente con altri elementi raccolti nel corso della valutazione psicodiagnostica ed integrato con l’osservazione del comportamento del bambino e con le informazioni raccolte dal colloquio con il bambino e con i genitori.

 

Dott.ssa Maria Libera Tanese

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